Dynamìci: da sempre, il cuore pulsante di Dynamo Camp
“Andrà tutto bene: quando tutto sarà finito saremo persone più forti e migliori di prima perché finalmente la gente ha imparato che aiutare il prossimo ti rende una persona migliore… e noi DYNAMICI questo lo sappiamo”
Conoscono la straordinarietà dei legami e del volontariato, i Dynamìci, volontari di Dynamo, e cioè tutte le persone che hanno preso parte a una sessione al Camp o a uno degli eventi organizzati dalla Fondazione. Le emozioni che hanno vissuto li uniscono anche dopo l’esperienza, li spingono a non perdersi, a entrare a far parte del mondo Dynamo. Sono loro, i Dynamìci, il cuore pulsante di Dynamo, che tengono vive non solo le sessioni ma anche le reti di amicizia e di volontariato che si creano dopo un periodo al Camp. Loro che lo hanno vissuto sanno infatti che è difficile da raccontare, che le emozioni vissute si accavallano l’una sull’altra, si mescolano e si descrivono in maniera confusa: non è solo la consapevolezza di aver “fatto del bene”, essere Dynamìco vuol dire essere qualcosa di più.
La contemporaneità del “io resto a casa” non li ha fermati ma stretti in una situazione che, virtualmente, hanno affrontato accanto a Dynamo Camp, aspettando il giorno in cui sarebbero tornati a nutrire la loro rete di volontariato, a divertirsi insieme, a creare eventi e a “farlo per Dynamo”. Durante questi lunghi giorni, non si sono ovviamente tirati indietro di fronte alla nuova sfida: restare a casa, sì, ma non smettere di esserci. Distanti ma vicini, i Dynamìci non solo sono stati parte integrante delle attività di #acasacomeadynamo, ma si sono spinti ben oltre, sfidandosi tra loro, trovando il modo di ballare a distanza, unendo idee e confrontandosi tra loro, supportando e spingendo fortemente le nostre attività online, nella speranza di poter tornare al Camp a regalare sorrisi. Alla notizia di dover annullare gli eventi di cui si fanno promotori, si sono stretti ancora di più, non abbandonando né Dynamo né la community che la compone e sostenendo con allegria ogni attività proposta.
“Stiamo ricaricando le batterie per tornare più esplosivi!” – scrivono alcuni. Altri, invece, interpretano il coraggio per non smettere di andare avanti: “Sto seguendo la pagina Dynamo in ogni dove e volevo dirvi che siete fantastici” – “La vostra allegria è contagiosa!” – “Grazie a Voi, Grazie a Dynamo… In questo periodo la vostra vicinanza è come ossigeno!Grazie infinite!!!”.
Tra i messaggi di incoraggiamento e gli innumerevoli partecipanti alle “battle” lanciate sui canali social, c’è chi ha raccontato 10 anni di volontariato a Dynamo Camp, iniziando così: “Ho un braccialetto di silicone al mio polso destro, una striscia di plastica sulla cui superficie verde acceso vi era inciso “Dynamo Camp” e che nel tempo è diventato custode inconsapevole di memorie preziosissime, ricordi indelebili al dispetto del suo lento consumarsi, levigarsi come un sasso di fiume […]. Col passare degli anni ho fatto caso che, quasi sempre, in ogni sessione avviene un punto di svolta, un preciso momento in cui scatta un meccanismo che inverte la rotta, o fa scattare quella scintilla che innesca la fiamma.” – i dieci anni di volontariato a Dynamo Camp, Dario li ha raccontati in un lungo ed emozionante racconto, in cui, anno dopo anno, ha ripercorso la sua storia.
“Se c’è una cosa che posso dire di aver capito di Dynamo dopo questi dieci anni è che ogni sessione si rivela sempre unica: ha una propria storia con i suoi personaggi e un regista invisibile, ma capace di mettere tutti al posto giusto. Spesso mi ritrovo a fissare quel vecchio braccialetto, ormai consumato dal tempo, d’altronde è impossibile evitarlo ogni volta che lavo le mani. Ormai della scritta non c’è neanche più traccia e il suo spessore si è probabilmente più che dimezzato. Penso che sia l’unico testimone di questi miei ricordi e che arriverà il giorno in cui si romperà, ma confido molto sulla sua tenacia. Ricordo che durante la mia seconda sessione, un ragazzino della mia casetta rimase sbigottito quando gli dissi che avevo quel bracciale al polso da oltre un anno senza mai averlo tolto: un anno gli sembrava un’eternità. Mi piace immaginare a quel ragazzino oggi, in età da laurea ma con ancora addosso l’effetto Dynamo. Pensare che probabilmente sia diventato anche lui un dynamìco, e che magari ci ritroviamo a condividere una sessione, addirittura nella stessa casetta.
Non so come sarà, ma se sarà, sarà bellissimo.”
GRAZIE DYNAMICI, da tutti noi!