L’avventura dell'adolescenza: alla scoperta del valore della diversità
È stata definita la "seconda nascita". L'adolescenza è certamente una sfida complessa, ma altrettanto stimolante e creativa, e le sfide sono parte essenziale dell'esperienza di Dynamo Camp.
È stata definita la "seconda nascita". L'adolescenza è certamente una sfida complessa, ma altrettanto stimolante e creativa, e le sfide sono parte essenziale dell'esperienza di Dynamo Camp.
Così, per il secondo anno consecutivo, è stata organizzata una sessione che ha visto come ospiti al Camp, insieme agli adolescenti con patologie organiche gravi o croniche, anche alcuni adolescenti con sofferenze psichiche, come ansia, depressione, ritiro sociale, disgregazione emotiva e disordini alimentari, in collaborazione con il Day Hospital Psichiatrico Terapeutico dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. Un grande gruppo di ragazzi diversi e simili tra loro, uniti dal duplice obiettivo: vivere un'esperienza di divertimento e ritrovare fiducia in se stessi.
"Il progetto è stato il frutto di un percorso di diversi mesi" – racconta Giovanna, referente ospiti Dynamo – "Noi dello Staff Dynamo siamo andati a conoscere i ragazzi con i loro genitori, per accompagnarli verso un'esperienza di Terapia Ricreativa che fosse inserita nel loro percorso di cura, guidati dall'équipe clinica del Day Hospital Psichiatrico Terapeutico dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, in particolare dalla Dott.ssa Elena Rainò – neuropsichiatra responsabile del Day Hospital Psichiatrico Terapeutico dell’Ospedale “Regina Margherita” di Torino – e da due medici specializzandi in neuropsichiatria e due educatrici presenti anche durante la sessione al Camp."
Un'esperienza arricchente per affrontare le difficoltà quotidiane
L'ingrediente segreto? La Terapia Ricreativa Dynamo®: partecipare a una sfida non competitiva, dove ogni partecipante poteva scegliere il proprio ritmo e il limite fino a cui spingersi. Un programma composto da numerose attività ludico-sportive ed espressive coinvolgenti, come arrampicata, piscina, tiro con l'arco e Art Factory, con la possibilità per ogni Camper di scegliere un laboratorio pomeridiano in base ai propri interessi. Così, fotografia, arte o hip hop, grazie al metodo inclusivo, sono stati per i ragazzi uno strumento per scoprire capacità che non pensavano di possedere o nuove passioni da coltivare anche oltre l'esperienza al Camp.
Ma cosa è accaduto durante la sessione? Lo racconta Linda, Support Staff Dynamo:
"A Dynamo le etichette non esistono e nessuno, tranne lo Staff medico, è a conoscenza della patologia dei ragazzi. Così ogni partecipante ha potuto sperimentare le proprie risorse in un clima di spensieratezza, anche attraverso il confronto non giudicante con gli altri. Così i ragazzi del day hospital, talvolta nascosti dentro larghi maglioni o isolati da cuffie antirumore, con i propri tempi e modi, hanno abbattuto il muro dell'isolamento e stretto legami di amicizia con i Camper delle altre casette, i quali si sono riconosciuti in molti aspetti dei loro coetanei, come adolescenti che stavano condividendo la stessa meravigliosa avventura al Camp."
La Dott.ssa Ranò, neuropsichiatra responsabile del Day Hospital Psichiatrico Terapeutico dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, afferma:
"L'esperienza a Dynamo per i nostri ragazzi rappresenta un'occasione per uscire e autonomizzarsi dalle famiglie, spesso sofferenti a loro volta, e dal luogo protetto della cura. Significa vivere una settimana in cui fare nuovi incontri, con adulti e coetanei con esperienze di vita differenti; riscoprirsi capaci, sperimentando nuove attività e ancora esplorare nuove realtà, avendo la possibilità di confrontarsi sulle difficoltà con una parte della loro équipe di cura, che li accompagna in questa esperienza ricca, ma anche intensa e complessa."
E rispetto ai benefici, la Dott.ssa Rainò aggiunge: "I ragazzi ritornano rivitalizzati, con una luce rinnovata negli occhi, ma anche rafforzati, con più capacità di affrontare le sfide quotidiane della loro vita."
"Per noi dello Staff è stata un'esperienza incredibilmente arricchente" – racconta Maria Giulia, Support Volontari – "Vedere come il metodo della Terapia Ricreativa riesca a fare da collante tra servizio pubblico e privato, rispondendo a nuovi bisogni, e come i nostri Volontari abbiano risposto con entusiasmo alla sfida è fonte di fiducia per il futuro."
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