Ritardo psicomotorio


Il ritardo psicomotorio nello sviluppo del bambino è la mancata acquisizione delle competenze motorie (relative alla funzione del movimento), cognitive e comunicative in relazione all’età cronologica (età reale del bambino). Praticamente, uno scollamento fra lo sviluppo e quelli che sono considerati gli standard specifici per l’età del bambino.

Il ritardo dello sviluppo psicomotorio è una delle difficoltà infantili i cui sintomi sono abbastanza complessi e possono essere scambiati con i segni di altri disturbi legati alla prima infanzia e all’età scolare dei bambini. Nonostante si manifesti già nei primi anni di vita, una diagnosi certa può avvenire solo più tardi.

Come spiega il CRM, solitamente un bambino attraversa queste fasi:

  • Dalla nascita ai due mesi. Il neonato non è ancora capace di compiere movimenti significativi, se non qualche tentativo di tenere la testa dritta per qualche secondo. Si comincia a sviluppare la visione periferica, in cui non riesce ancora a focalizzare gli oggetti o i volti delle persone.
  • Dai tre ai sei mesi. In questa fase il piccolo è capace finalmente di mantenere la testa dritta. Cominciano i primi riflessi volontari e il tentativo di afferrare gli oggetti. La visione diventa centrale e riesce a guardare le sue parti del corpo, come mani e piedi, seguendone il movimento. Si possono vedere i suoi primi sorrisi, quando davanti a lui ci sono dei volti familiari o qualcosa di piacevole, come un particolare peluche.
  • Dai sei ai nove mesi. Sono frequenti i tentativi di mettersi in piedi, ma riesce a farlo solo se qualcuno o qualcosa lo sostiene. Il bambino però riesce già a stare seduto e comincia a tenere in mano gli oggetti con maggiore stabilità. Inoltre riesce a trovare gli oggetti nascosti e prova un senso di insicurezza di fronte a volti sconosciuti.
  • Dai nove ai dodici mesi. Dapprima il piccolo comincia a gattonare e pian piano acquista la capacità di mettersi in piedi anche da solo e fare i primi passi. La deambulazione autonoma è accompagnata dall’acquisizione delle prime parole e dalla voglia di esplorare l’ambiente che lo circonda. È questa la fase in cui sperimenta nuove strategie e interagisce con l’esterno per comunicare le sue esigenze. Inizia anche una fase gestuale: il bambino saluta con la mano e manda baci.
  • Da un anno in poi. Il linguaggio si arricchisce e migliorano le capacità comunicative. Le abilità motorie gli permettono di camminare da solo, afferrare qualsiasi oggetto e cominciare a tenere il cucchiaio per mangiare da solo. Cominciano anche i comportamenti imitativi e i giochi simbolici. Adesso i bambini sono anche capaci di dire di no se non vogliono qualcosa, manifestando una propria volontà.

Ogni bambino attraversa queste tappe per raggiungere lo stadio finale in cui ha ormai acquisito le capacità motorie, cognitive e relazionali, ma ognuno con i propri tempi.

Lo sviluppo è un processo individuale e come tale non può essere esattamente uguale per tutti. Se però vi sono dei notevoli ritardi rispetto a queste tappe evolutive, significa che è presente un problema.

Come si manifesta e quali sono i sintomi?

Come indicato dall’ICS Maugeri, sono vari i segni e sintomi che indicano un probabile ritardo psicomotorio.

Il bambino, per esempio può avere difficoltà nella postura, a stare seduto in posizione eretta, nel linguaggio, nell’apprendimento, a socializzare e nel gioco.

Una delle caratteristiche di questi bambini è la scarsa iniziativa: mancano di vivacità motoria, sono poco curiosi e stimolati a scoprire l’ambiente circostante. Il bambino con ritardo psicomotorio, in genere, è definito dai genitori buono e tranquillo.

In alcuni casi il bambino può  manifestare una leggera alterazione del tono muscolare (ipotono/ipertono).

La diagnosi clinica di un ritardo psicomotorio avviene, di solito, durante i primi mesi di vita del bambino con una visita neuropsichiatrica, l’osservazione diretta del bambino, una valutazione dello sviluppo psicomotorio in base ad alcune scale che valutano le capacità linguistiche, motorie, socio-comunicative. Sono previsti anche questionari per i genitori. Tra gli esami strumentali: risonanza magnetica (RM), elettroencefalogramma, valutazione dell’udito.

Esiste una cura per il ritardo psicomotorio?

Come specificato dall’ICS Maugeri, Il trattamento riabilitativo consigliato nei primi anni è basato sulla neuropsicomotricità e la programmazione di un piano terapeutico specifico per favorire lo sviluppo e i processi di riorganizzazione funzionale nei vari stadi dello sviluppo. Fondamentale è il ruolo della famiglia e della scuola. https://www.bambiniinmovimento.it/aiuto-bambini-firenze/terapia-bambini-firenze/terapia.html

NPM Bambini in Movimento specifica che a conclusione di ogni ciclo di terapia neuropsicomotoria, indicato nel progetto riabilitativo, è previsto un aggiornamento dell’andamento dell’intervento, a verifica degli obiettivi perseguiti e che può scaturire con una riformulazione del progetto terapeutico, in un nuovo ciclo di terapia, o nella dimissione del bambino.

Dynamo Camp per i bambini con ritardo psicomotorio?

Ogni anno sono migliaia i bambini affetti da patologie gravi o croniche, che rischiano di perdere la serenità della fanciullezza con conseguenze sull’intero nucleo famigliare.

Con l’obiettivo di rispondere a questo bisogno sociale, e di migliorare la Qualità di Vita di queste persone, Dynamo Camp Onlus offre a bambini e adolescenti con patologie tra cui il ritardo psicomotorio, un periodo di vacanza reso unico grazie alle attività di Terapia Ricreativa Dynamo®, volte a rafforzare in loro la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità con benefici di lungo periodo.

L’esperienza al Camp permette a bambini e ragazzi spesso sottoposti a terapie invasive e a lunghi periodi di degenza in ospedale di vivere momenti di divertimento e spensieratezza, di sperimentare la socialità con i coetanei.

Le attività Dynamo per bambini e bambine con ritardo psicomotorio

I programmi di Terapia Ricreativa Dynamo® sono costituiti da attività e laboratori, che si svolgono con assistenza di staff qualificato presso la struttura di Dynamo Camp, in strutture ospedaliere, associazioni patologia, case famiglia del territorio nazionale e con i Dynamo City Camp a Milano, Roma e Firenze.

Tutte le attività proposte seguono i principi della Terapia Ricreativa, l’approccio scientifico che ispira tutta l’attività di Dynamo Camp.

Consiste nell’affrontare la malattia – e le disabilità ad essa correlate – focalizzandosi sulle capacità e sulle potenzialità dei bambini malati, sperimentate attraverso attività divertenti, inclusive e sfidanti, con l’obiettivo di promuovere fiducia in se stessi e di rinnovare la speranza.

Le attività sono quindi strutturate in modo tale da essere accessibili a tutti i bambini e garantiscono spirito di gruppo, il raggiungimento di obiettivi individuali e si basano su un modello di 6 fasi: sfida, scelta, collaborazione, successo, riflessione, scoperta e divertimento.

Il cerchio della Terapia Ricreativa Dynamo

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