Tutto tranne “malattia”
Sorrisi, amore, famiglia, comunicazione, coraggio, spirito, energia, colore, magia… Ci sono mille parole prima di “malattia” quando penso a Dynamo Camp. Durante questa sessione sono andata oltre ad ogni confine. Ho ballato il sirtaki con ragazzi greci, ho ascoltato racconti di guerra e paura da quelli serbi. Ho accolto e riconosciuto la gioia e la passione dei ragazzi italiani. Ho imparato il linguaggio non verbale, quello fatto di occhi che raccontano storie di prodi guerrieri e coraggiose principesse, e mani che sorreggono e tengono. Ho visto ragazzi bruciare e vincere le loro paure, superare ostacoli ad occhi chiusi, ridere forte, ballare, innamorarsi, sognare con la testa all’insù, cantare e parlare una lingua che non gli apparteneva.
“Martina vai pure in pausa, non abbiamo bisogno di una traduttrice, abbiamo Shadia che capisce anche se parliamo in serbo.”
Durante questa settimana ho capito da che parte gira il mondo, ho scoperto una direzione che prometteva bene sin dall’inizio, su cui ho giocato, fatto il girotondo, una direzione che ho seguito, che mi ha portata ad una meta di cui mi sono innamorata dove c’era tanta luce, tanta gente che condivideva affetto, passioni, tradizioni, scherzi, cibo, acqua, sentimenti, modi di dire e di fare, linguacce, canzoni, lacrime…
Tanta gente proveniente da molte parti d’Italia e d’Europa. E’ bastato uno sguardo per farle innamorare. Così, nel modo più sincero, semplice, genuino e letterale del termine, così come ognuna di loro amava Dynamo Camp, il luogo dove tutto è possibile.
“Grazie Dynamo per averci resi liberi”.
Shadia Ceres – volontaria sessione internazionale 2016