Prendersi cura di chi si prende cura. I programmi famiglia di Dynamo Camp
“Isolarsi è l’errore più grave che si possa commettere, ma quando hai un figlio con una grave disabilità spesso è la reazione più scontata. Accogliere l’Altro per la sua specificità col metodo della Terapia Ricreativa Dynamo permette di rompere il muro e di tornare alla vita.”
Gigi, sessione famiglie 2020
Il 15 maggio si è celebrata la Giornata internazionale delle famiglie istituita dalle Nazioni Unite nel 1994 come momento di riflessione e di dibattito sulle tematiche più attuali e urgenti su questo nucleo, che – pur mutando nel tempo e prendendo forme differenti – resta uno dei fondamenti della società. In un momento storico in cui il tema della diversity è all’ordine del giorno si parla e si fa ancora troppo poco per le famiglie con un figlio con una disabilità. Dynamo Camp offre programmi famiglia, proprio con l’obiettivo di rispondere a quest’urgenza sociale.
Una diagnosi di una patologia di un figlio si ripercuote sull’intero sistema famigliare: dai vissuti emotivi alla routine quotidiana, dalla dimensione economica all’isolamento sociale. Stando ai dati, in questi casi aumenta la percentuale di genitori che si separa per il carico di stress, di mamme costrette a lasciare il lavoro per seguire il figlio h 24, di fratellini sani che soffrono per sentirsi messi in secondo piano e di famiglie costrette ad emigrare. E’ quello che è successo ai Montalbano: famiglia originaria della provincia di Agrigento che, a seguito della diagnosi di autismo del primogenito Ettore quando aveva due anni, subito dopo la nascita della piccola Sveva, si è trovata a rimodulare completamente la vita fino a decidere di lasciare la casa, il lavoro, gli affetti e la terra d’origine, per trasferirsi a Massarosa (provincia di Lucca, Toscana) per una vita capace di rispondere alle necessità medico-assistenziali di un nucleo famigliare con un bambino disabile.
Come racconta papà Gigi:“ Siamo partiti in macchina alternandoci alla guida io e mia moglie Maria Rita, mettendoci in gioco totalmente per dare ai nostri figli un futuro compatibile con le loro specificità. Adesso Massarosa è la nostra nuova casa e abbiamo intrapreso un percorso terapeutico più strutturato per la crescita di Ettore. Convivere con l’Autismo non è una sfida facile, ti rende inerme, non sai cosa fare e come farlo. Ti senti dire da tutti che loro ci sono, ma tu sai che hai bisogno di aiuto costante, ma non in che termini. In questi casi per ricevere supporto concreto è fondamentale affidarsi a professionisti, ma anche avere una rete di persone con tematiche simili con cui potersi confrontare su aspetti pratici e condividere quelli emotivi, sapendo che capiscono esattamente quello che stai vivendo.”
E’ con questa consapevolezza che Dynamo Camp offre programmi rivolti all’intero nucleo famigliare di minori affetti da patologie gravi e con bisogni assistenziali complessi, che se da un lato non consentirebbero loro di venire in autonomia al Camp, dall’altra parte richiedono un impegno psicofisico costante dei genitori. Questa tipologia di programmi, della durata di un weekend lungo o di una settimana (che coincide per esempio con le vacanze di Natala, Pasqua o carnevale), coinvolgono famiglie di minori con patologie simili e sono una vacanza strutturata col modello della Terapia Ricreativa Dynamo. L’obiettivo è di offrire alla famiglia un’esperienza di svago e divertimento lontano dalle incombenze della vita quotidiana e di confronto con persone con vissuti simili, che possa portare alla scoperta di un altro modo di affrontare la vita e la stessa patologia.
Prosegue Gigi: A Dynamo Camp, oltre i protocolli, si sono presi cura di noi come persone: dal cartellino con scritto “famiglia Montalbano” in mensa alle attività pensate per ritrovarsi nella dimensione famiglia, dai momenti strutturati per confrontarsi con altri adulti o nella dimensione di coppia all’attenzione per i bisogni del singolo individuo. Ettore aveva trovato una sua dimensione nel Dynamo Bus così l’autista Nicola, senza fare domande, ha passato il tempo a portare me e mio figlio in giro per il Camp. Da allora ogni weekend io ed Ettore andiamo in auto da Massarosa alla stazione degli autobus di Viareggio e prendiamo il bus per andare a zonzo per i comuni del territorio. Ho scoperto un nuovo modo per relazionarmi con mio figlio, che resterà parte di noi per sempre.”