Per tanto tempo ci siamo chiesti se quest’anno avremmo riaperto. E così è stato!
Sono gli occhi quelli che parlano oggi. Si, perché uno sguardo può parlare, e può raccontare milioni di cose. Dagli occhi puoi capire come sta qualcuno e dagli occhi puoi conoscere infinite storie. Oggi è la prima cosa che vediamo quando ci incontriamo, perché per ora i sorrisi sono ancora nascosti dietro alle mascherine, seppur con una gran voglia di uscire allo scoperto.
E io ne ho viste 35 di storie da raccontare, domenica 7 giugno, alle 16.30, quando abbiamo riaperto e, dopo tre mesi, nuovi ospiti hanno varcato la soglia del Camp.
Il cancello si è aperto, lentamente, e subito dopo un pulmino con a bordo i primi 10 ospiti mi è passato accanto. Avevo la telecamera tra le mani e dentro di me sapevo che non stavo girando una ripresa da Oscar, almeno per le immagini in sé, ma per me lo sarà comunque per sempre, per le emozioni e per il significato che porta dentro. Per tanto tempo ci siamo chiesti se quest’anno avremmo riaperto. E così è stato!
L’emozione è stata tanta, in tutte le direzioni, per lo staff in accoglienza e per i ragazzi e gli adulti che finalmente hanno ridato colore e vivacità a questo luogo che tutti chiamano magico.
Impossibile far finta che sia tutto come prima. Non lo è. Ma è indubbiamente straordinario, nella semplicità dell’essere di nuovo qui e nella difficoltà delle nuove procedure. Non potersi abbracciare o non poter “battere cinque” a qualcuno è complicato, ma anche questa volta siamo riusciti a sentire il battito di ogni emozione, a volte con una bella risata, altre volte con un applauso, quasi sempre con un “batti gomito”.
E’ straordinario e insolito. E’ bello ed emozionante. E’ nuovo, ma sempre e ancora più Dynamo.
Non voglio nascondere l’emozione e il batticuore che ho provato nel veder entrare Rosa, Bruno, Gianni, Fabiola, Marzia, Sandro, Vanessa… e tutti gli altri ragazzi, uomini e donne che per un’intera settimana hanno giocato, cantato, ballato, riso e scherzato con noi.
Ognuno a modo suo. Ognuno col suo ritmo. Ognuno con le sue paure, ma sempre con gli occhi pieni di gioia. Di solito qui al Camp i ritmi sono veloci e la musica che ti resta dentro supera i decibel consentiti con un coro di voci di bimbi che riempie gli spazi, in questi giorni invece, tra le strade del Camp c’erano anche dei passi più lenti, alcuni ricurvi, i capelli erano bianchi, o a volte non c’erano già più, e le storie che abbiamo incrociato sui nostri cammini erano ricche di racconti di una vita, si, perché quest’anno avremo anche ospiti adulti provenienti da RSD (Residenze sanitarie per disabili) e sarà tutta un’altra storia.
Abbiamo per la prima volta regalato la Terapia Ricreativa anche a persone oltre i 18 anni, anzi, ben oltre visto che Roberto ne aveva addirittura 72. E’ stato magico, davvero.
Ma non ci siamo fermati qui, in contemporanea molti colleghi hanno portato Dynamo nelle case di molti bambini, attraverso attività online e vere e proprie sessioni digitali, continuando il progetto #acasacomeadynamo.
Questa prima sessione estiva 2020 mi ha già fatto molti regali, uno tra tutti che, a volte, cambiare e buttarsi in nuove avventure non è sbagliato. Ci vuole coraggio e tanta passione. E ci vogliono persone pronte a sostenerti, esattamente come vogliamo fare noi di Dynamo dopo questi mesi di totale chiusura.
Siamo qui e siamo pronti, e non vediamo l’ora di continuare a fare il nostro lavoro con la passione, l’amore e la giusta quantità di coraggio.
Mentre eravamo a casa ci siamo dilettati tutti in cucina, ecco… questa è la nuova ricetta Dynamo.
Buona estate a tutti!
Valentina Bestetti
Ufficio Comunicazione Dynamo Camp