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L’inclusione passa per una lingua fatta di “mani che volano”
20
Feb
2020

L’inclusione passa per una lingua fatta di “mani che volano”

Il dizionario della lingua italiana definisce l’inclusione come “l’atto di inserire, comprendere in una serie, in un tutto”.

Alessandra, interprete LIS (Lingua dei Segni Italiana) che da anni collabora con Dynamo Camp, ne ha dato anche un’altra accezione, raccontando il suo concetto di inclusione visto come una forma di equità.  Il rapporto tra bambini udenti e non udenti potrebbe infatti essere ostacolato dalla complessità della comunicazione, considerando l’uso delle mani da un altro e delle parole dall’altro.

Alessandra, tuttavia, ha un’altra opinione. Vice presidente e fondatrice dell’Associazione Comunico, la nostra interprete ha spiegato come la Lingua dei Segni Italiana sia proprio uno dei canali in grado di abbattere ogni barriera e così ha precisato: “La LIS è una vera Lingua che permette di comunicare tutto quello che vogliamo, usa il canale visivo gestuale e si basa sul linguaggio mimico che è naturale per il sordo, ma, è bene sottolineare che è anche il primo linguaggio utilizzato dall’essere umano: tutti siamo portati naturalmente a esprimerci con il corpo (comunicazione non verbale: espressioni del viso, movimenti del corpo, delle mani..).

“I bambini udenti, dunque, sono naturalmente portati a comunicare con il corpo e si avvicinano con facilità a quelli sordi; la nostra funzione di mediazione li favorisce in questo senso ad essere più sereni e spontanei, in entrambe le direzioni.”

Calata nell’imperativo d’inclusione cui Dynamo Camp si fa portatore, la Lingua dei Segni Italiana è a sua volta un mezzo per veicolare le emozioni, così come Alessandra racconta: “ricordo in particolare un’attività fatta in piscina, durante una delle sessioni al Camp, con campane e strumenti sonori che creano le vibrazioni; è stato chiesto al bambino sordo di chiudere gli occhi e affidarsi completamente a noi adulti, e ciò significa riporre tutta la sua fiducia negli altri (immaginate non vedere e non sentire nulla di quello che ti circonda… immerso in una piscina!) e poi al momento dell’ “ascolto” delle vibrazioni, il bambino si è emozionato moltissimo e ho visto palese la gioia sul suo volto… Stava sentendo la musica anche lui!”.

Grazie alla collaborazione tra Dynamo e l’associazione Comunico, sono stati ospitati al Camp non soltanto bambini/ragazzi sordi bilingui che usano anche la LIS per comunicare, ma anche bambini/ragazzi sordi oralisti, ossia che parlano, che non usano la LIS con i quali sono necessarie altre tecniche di comunicazione specifiche.

E, a proposito dei ragazzi, conclude: “Con i ragazzi più grandi le cose diventano sicuramente più complesse, ma la curiosità rispetto ad una lingua fatta di “mani che volano” è forte e dunque a noi rimane il compito di incoraggiarla. A tutti e in egual misura, noi interpreti LIS, ci dedichiamo con passione e attenzione così che le persone sorde acquistino consapevolezza e chi li circonda li capisca realmente a 360°”. 

Alessandra è vicepresidente fondatrice dell’Associazione Comunico, che collabora con il progetto di inclusione dei bambini e ragazzi con disabilità uditiva come partner di Dynamo Camp.

Al suo fianco sempre la collega e amica Francesca!

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