In un giorno qualunque

Non sono brava a scrivere, specie ora che ho un’emozione cosi forte.
Arrivata al Camp ho provato molte sensazioni e sono riuscita a superare un’ostacolo per me brutto che mi teneva bloccata da quando ero una bambina.
L’attività proposta a noi genitori sabato pomeriggio era la piscina. Tutti erano felici… tranne me. Mi vergognavo di non saper nuotare, di non farcela. Una volta arrivata li, pronta per entrare in acqua, già avevo alzato le mani dicendo: io non so nuotare non posso!
E’ a quel punto che mi si avvicina Giovanni e con assoluta naturalezza mi dice non importa, vieni, che ti succede? Lì, accerchiata dalla mia paura, ho raccontato la mia brutta avventura in acqua vissuta molti anni prima.

Inizia così il mio “allenamento”, prima al bordo della piscina e piano piano staccandomi.
Arriva il mio primo “angelo”, Marco, che con tanta pazienza mi fa provare a prendere confidenza con l’acqua. Povero Marco, gli ho distrutto le mani, ma lui non ha mollato. E neanche io. Subito dopo è il turno di Nicola e, anche un po’ sollevata dalla cosa, passo alla fase di rilassamento, sempre in acqua.

E’ di nuovo il turno di Marco. Mi fa indossare nuovamente le bombole e la maschera, riprovare e riprovare ancora, fino a quando alla fine, incredula e felice allo stesso tempo, riesco a percorrere due vasche in completa immersione da sola.
Descrivere la mia faccia in quel momento è impossibile. L’emozione era fortissima.
Neanche mio marito, con tanti sforzi e tanta pazienza, era riuscito a farmi superare questa fobia dell’acqua.
Sono arrivata a 40 anni con questa assurda paura fino a quando, in un giorno qualunque, è arrivato Marco, una persona speciale come tanti all’interno del Camp, anzi li sono tutti speciali, ognuno in un modo diverso ma tutti speciali.

Marco lo porterò sempre nel mio cuore con tanto affetto perché è riuscito a farmi rialzare.
Un forte abbraccio al mio angelo dell’acqua… spero di poterti riabbracciare.

Monia, una mamma ospite al Camp