DIETRO LE QUINTE DI DYNAMO CAMP
Quando parti lo fai per i bambini, perché ti piace l’idea di aiutare i bambini che ne hanno bisogno. In qualche modo egoisticamente è un’esperienza che senti di dover fare. Magari per te è un momento di passaggio, hai appena finito l’università, vuoi cambiare lavoro oppure ti sei lasciato con la fidanzata o molto più semplicemente vuoi occupare il tuo tempo libero in modo utile.
Allora decidi di esserci, di metterti in gioco, perché te ne hanno parlato, ti hanno detto che non si può spiegare quindi vuoi viverlo.
Dopo aver compilato i moduli e fatto il colloquio arrivi al Camp, è enorme. I formatori sono accoglienti, sicuri di sé e sicuri della competenza nel loro mestiere, sono appassionati, ti sembrano cavalieri jedi, certe volte ti sembra che ne abbiano anche la stessa supponenza, sono ironici e leggeri ma allo stesso tempo molto seri, strano.
Impari a conoscerli, sono molto più umani di quello che sembrano, conosci anche gli altri candidati volontari, il mondo è vario, anche loro hanno le loro motivazioni, condividi tutto, cibo, sveglia, emozioni e stanchezza, condividi molto più di quello che avresti mai pensato.
Ti diverti e ti stanchi, scopri un mondo, finisci in sessione. È vero. È difficile da raccontare. Da quella prima sessione ne seguono tante altre e senza che tu te ne accorga passano i mesi e gli anni e diventi esperto.
Ad un certo punto scopri che la sessione, per quanto tu ci stia bene, non è più il tuo posto, perché è il momento che altri ti sostituiscano, è triste e difficile ma è così.
E quindi ti tocca fare un passo in dietro, inizi a fare gli eventi di raccolta fondi o il tecnico o a stare in ufficio, diventi ambasciatore. Inizi ad avere ruoli che con i bambini hanno ormai poco a che fare.
Le sessioni ti hanno dato tanto, quello che hai imparato da bimbi e famiglie te lo porti nella testa nel cuore e nella pancia e, a forza di passi indietro, ti ritrovi a non sapere più come funziona, le cose cambiano, migliorano, quella sessione che è nella tua testa è solo un ricordo, la realtà è bellissima come quel ricordo ma comunque diversa.
Ti rammarichi un po’ per la distanza che hai messo tra te e questa esperienza, ti sei fatto da parte ma allo stesso tempo hai acquisito qualcos’altro una novità inaspettata.
Hai un nuovo punto di vista, vedi le cose, magari non nella loro interezza, ma comunque con un panorama più ampio.
Da lontano vedi le famiglie e i bimbi che sorridono e negli occhi dei volontari e dello staff, tuoi colleghi vedi le stesse sensazioni che tu hai vissuto in passato. L’amore e la passione, lo stupore di ricevere molto più di quello che contavi di dare.
E capisci che anche se non sei più lì, quello che continui a fare per Dynamo da lontano, gli eventi di raccolta fondi o il tecnico o a stare in ufficio, avere ruoli che con i bambini hanno ormai poco a che fare, permette che ciò che in passato hai vissuto, continui a vivere negli occhi di altri.
Grazie a tutti quelli che faranno sessione e grazie a anche a coloro che non ci saranno ma che si sono affezionati talmente tanto a Dynamo da sostenerlo da lontano, con un po’ di rammarico ma con tanto amore.
Grazie a voi un’altra estate inizia.
Vito Nigro, Direttore Dynamo Camp